Le Origini

Verso la fine degli anni '20 e fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale arrivavano a Brescia numerosi antiquari, prevalentemente da Milano, Venezia e Firenze, alla ricerca di cose antiche.
Essi si rivolgevano in particolare a piccoli commercianti o artigiani, spesso impreparati, incaricandoli della ricerca di cose vecchie nei paesi della provincia, con la speranza di fare buoni affari in zone non ancora battute dagli antiquari più esperti.

La provincia di Brescia era particolarmente ricca di mobili antichi, quasi sempre in legno di noce, come cassepanche, inginocchiatoi, tavoli, sedie fratine e molti altri arredi e complementi, a volte anche di buona qualità. Dipinti e sculture lignee erano altrettanto richiesti e pure ricercati, ma il loro ritrovamento era meno frequente perchè i cercatori si rivolgevano maggiormente a contadini e valligiani, nelle cui case abbondavano mobili, magari fatiscenti ma pur sempre con un loro mercato. Ad un prezzo adeguato ovviamente, ogni cosa trovava un compratore interessato.

Angelo Albrici (il padre di Antonio, fondatore nel 1961 di Albrici e Paderni), aveva aperto nel 1925 in Contrada S. Giovanni 25, allora via Pietro Tamburini, nell'antico centro storico della città di Brescia, una bottega ricavata nell'androne di un antico palazzetto, svolgendovi l'attività di rigattiere (licenza nel luglio 1925), acquisto cose vecchie, rottami e ferramenta.
In seguito alle richieste di cose più antiche e preziose come mobili, dipinti ed oggetti vari, anche lui cominciò così a guardarsi in giro, cercando nei paesi con l'aiuto di falegnami e artigiani del posto.
Gli antiquari davano istruzioni e vaghi insegnamenti sui modi da usare e le cose da prvilegiare nella ricerca e fu così che Angelo Albrici imparò il mestiere, diventandone a sua volta buon conoscitore.

Fra i primi clienti, diventato poi grande amico, il sig. Osvaldo Vitale di Milano, più anziano di Angelo, il quale fu prodigo di insegnamenti ed aiuti economici necessari per la raccolta delle merci. Angelò ricordò sempre questa persona con grande riconoscenza ed amicizia.
Successivamente si infittirono le visite dei commercianti, in particolare veneziani e fiorentini, i quali visitavano i vari raccoglitori della città.

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